Emozioni e terza età

Consigli per affrontare i cambiamenti della terza età, per costruire relazioni serene in famiglia e con gli altri.

Con l’aumento dell’aspettativa di vita, negli ultimi anni il concetto di terza età è molto cambiato. Fino agli anni ‘90 un sessantenne era considerato anziano. Oggi non più. Molti sessantenni lavorano, sono ancora nel pieno del loro benessere psico-fisico e sono attivi nella società e in famiglia. A conferma di questo, la Società italiana di gerontologia e geriatria ha recentemente stabilito che la terza età non inizia più a 65, ma a 75 anni. Se è vero che a fronte di un calo delle nascite la popolazione sta invecchiando, è anche vero che si tratta di persone attive e desiderose di mantenere la propria indipendenza, anche quando iniziano ad affacciarsi i primi problemi di salute.

Questa evoluzione ha conseguenze sociali importanti – è fondamentale promuovere le attività che aiutano gli over 70 a sentirsi ancora utili e attivi – ma ha ricadute anche all’interno della famiglia. Infatti, sono molti i genitori anziani che vivono soli e che vogliono essere autonomi, con figli – quaranta-cinquantenni in salute, spesso genitori a loro volta – che lavorano a tempo pieno e iniziano a temere per la salute della propria madre o del proprio padre. Sorgono sensi di colpa nei confronti dei genitori anziani e nuove preoccupazioni, ma si rafforza anche il desiderio di trovare più tempo per sé.

In molti casi, con l’arrivo della terza età, il rapporto tra genitori e figli cambia, così come la percezione del proprio ruolo in famiglia e nella società. Ecco alcuni consigli per vivere più serenamente questi mutati equilibri.