Una piattaforma tecnologica per monitorare e prevenire le demenze

Dalle app un aiuto per prevenire il declino cognitivo e le demenze senili.

È il risultato del progetto di ricerca My-AHA (My Active and Healthy Aging) coordinato dal professor Alessandro Vercelli del Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini e direttore del NICO (Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi) dell’Università di Torino, e finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del Programma Horizon 2020.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Age and Ageing della British Geriatrics Society.

Il progetto My-AHA, grazie alla sinergia di 15 centri di ricerca e aziende ICT europei ed extra-UE (Australia, Giappone e Corea del Sud), ha portato in 4 anni allo sviluppo di una piattaforma tecnologica che, integrando diverse app, è in grado di monitorare lo stato di salute, individuando precocemente il rischio di fragilità e indicando contestualmente attività utili a prevenire deficit cognitivi negli over 65. 

Per il progetto di ricerca sono stati selezionati in Italia, Giappone, Spagna, Austria e Australia 200 soggetti di oltre 65 anni in condizione di pre-fragilità fisica, cognitiva o psicosociale. 

Due gruppi per lo studio clinico

Le persone selezionate, divise in due gruppi, hanno partecipato per 18 mesi allo studio clinico di validazione della piattaforma My-AHA. Hanno caricato sui loro smartphone le app che hanno consentito di monitorare l’attività fisica, cognitiva e sociale, l’alimentazione e il sonno. 

Il primo gruppo di anziani è stato seguito secondo i normali standard assistenziali, mentre il secondo ha ricevuto anche l’intervento multifattoriale della piattaforma My-AHA. Cento persone, quindi, hanno utilizzato delle app con “giochi” per stimolare le funzioni cognitive e programmi per incoraggiare l’attività fisica. Inoltre, sono stati coinvolti in attività sociali (gite, visite ai musei, occasioni conviviali) e stimolati ad adottare un corretto regime alimentare e un’adeguata qualità del sonno e del riposo. 

Da una prima comparazione dei risultati, dopo 12 mesi dall’inizio dello studio, è stato evidente come i soggetti che hanno utilizzato la piattaforma e gli interventi suggeriti da My-AHA abbiano ottenuto un significativo miglioramento del tono dell’umore e del comportamento alimentare

“Questo studio – dichiara il professor Alessandro Vercelli – conferma che, se si interviene precocemente, è possibile mantenere una buona qualità di vita nelle persone anziane, prevenendo o rallentando l’evoluzione delle malattie neurodegenerative che causano demenza. Ancora, conferma che per prevenire la malattia di Alzheimer e le demenze correlate è necessario intervenire su diversi fattori di rischio, inclusi l’attività fisica, la funzione cognitiva, lo stato psicologico ma anche l’isolamento sociale. Un precoce intervento su più ambiti – conclude il coordinatore del progetto My-AHA – sembra essere la strada maestra per prevenire le demenze. Lo studio dimostra inoltre che la tecnologia ICT può essere di grande aiuto nell’assistenza dell’anziano”.

La demenza nel mondo

Le stime più recenti a livello internazionale indicano che nel mondo vi sono circa 35,6 milioni di persone affette da demenza, con 7,7 milioni di nuovi casi ogni anno e un nuovo caso di demenza diagnosticato ogni 4 secondi.

Il numero di persone con demenza dovrebbe triplicare nei prossimi 40 anni. In Italia si contano circa 1 milione di persone affette da demenza: un dato allarmante se si considera che il nostro paese è già oggi quello a più alto indice di vecchiaia in Europa dopo la Germania. Secondo il Rapporto OMS e ADI (Alzheimer’s Disease International) del 2016 la demenza, nelle sue molteplici forme, è stata definita “una priorità mondiale di salute pubblica”.