La percezione dei colori con il passare degli anni

Il cambiamento della percezione dei colori nella Terza e Quarta Età
Tra i vari cambiamenti che il corpo e le capacità sensoriali affrontano con il passare degli anni, nella persona anziana generalmente avviene una modifica graduale della percezione dei colori.
Capire come questo processo influenza l’esperienza quotidiana è importante per intervenire con alcuni accorgimenti che permettono di mantenere alta la qualità di vita dell’anziano, la sua autonomia e la percezione dell’ambiente in cui vive. Per esempio, il colore è una componente importante che influisce su vari aspetti della vita: l’umore, la relazione con lo lo spazio domestico, la libertà di movimento, la sensazione di sicurezza, familiarità e fiducia.
Il processo di invecchiamento dell’occhio e i problemi visivi più comuni nell’anziano
Si stima che oggi l’83% degli ipovedenti e dei non vedenti abbia più di 55 anni.
I disturbi visivi più comuni nelle persone anziane hanno in genere origine nei cambiamenti associati al processo di invecchiamento naturale dell’occhio, un fatto fisiologico e progressivo che ha origine a partire dai 40 anni e si manifesta con modalità e tempi diversi in ogni persona.
Il difetto visivo che si associa più facilmente al passare del tempo è la perdita della vista da vicino, la presbiopia, dovuta all’irrigidimento del cristallino dell’occhio che rende più difficile la messa a fuoco da vicino. Di conseguenza, la persona presbite ha difficoltà a percepire le sfumature di colore, i contorni e i dettagli degli oggetti vicini. Le comuni lenti da lettura permettono di risolvere il problema.
Un altro problema molto diffuso è la difficoltà a distinguere i colori e i dettagli in penombra, rendendo necessaria una luce più intensa per ripristinare la visione corretta. La causa di questo deficit visivo è la perdita di trasparenza del cristallino che, diventando più denso, filtra più luce attraverso la retina, la quale a sua volta perde sensibilità.
L’ingiallimento del cristallino, un fenomeno estremamente comune, spesso altera la percezione dei colori in modo progressivo, senza che la persona si renda conto del fenomeno. In particolare, diminuisce la capacità di distinguere la brillantezza dei colori e i contrasti cromatici appaiono meno netti. Le tonalità di blu sembrano più simili allo spettro dei grigi, rendendo difficile la lettura di caratteri stampati in blu o su sfondo blu: per ovviare al problema occorre un contrasto molto netto tra il colore dello sfondo e quello delle lettere stampate.
In situazioni di eccesso o carenza di luce, l’occhio della persona anziana è in difficoltà ad adattarsi e di conseguenza la percezione dei colori è confusa. La pupilla rallenta la sua capacità di reazione alle variazioni di luminosità: entrare in una stanza poco illuminata mette l’anziano in una situazione di temporanea difficoltà e, allo stesso modo, una luce artificiale troppo potente o puntata all’altezza dello sguardo causa un abbagliamento temporaneo. La sensibilità all’abbagliamento può essere dovuta anche al processo di opacizzazione del cristallino, da cui deriva la sensazione di vedere la realtà attraverso un vetro sporco, mentre al buio le fonti di luce appaiono circondate da aloni.
Un altro deficit molto diffuso è l’incapacità di distinguere tonalità e sfumature di colore differenti, legata alla riduzione del numero di cellule nervose che inviano segnali visivi al cervello. La conseguenza è una progressiva difficoltà a percepire la profondità e a stimare le distanza, con possibili ricadute sul senso di sicurezza e autonomia di movimento.
Spesso gli anziani non vedono i colori uniformi, ma risultano alterati a causa di piccoli punti scuri, chiamati miodesopsie, che si muovono nel loro campo visivo, e sono formati da addensamenti del liquido oculare.
Le patologie diffuse tra gli anziani che alterano la visione dei colori
Oltre al processo fisiologico di invecchiamento dell’apparato visivo, ci sono patologie con particolare incidenza tra la popolazione anziana che provocano disturbi nella visione dei colori.
La cataratta, la patologia visiva più nota e diffusa negli anziani, è causata dall’opacizzazione del cristallino dell’occhio e dà la sensazione di vedere il mondo attraverso un velo che, via via, riduce la percezione dei colori fino a ridurli a diverse gradazioni di grigio e rende la visione sfocata. Questa condizione, oltre a diminuire l’autosufficienza, può avere conseguenze psicologiche importanti per l’anziano. Fortunatamente oggi è operabile con un decorso relativamente breve e senza complicazioni, permettendo di tornare a vedere il mondo a colori.
Alcuni processi degenerativi provocano dei depositi permanenti di proteine sul cristallino, che ingiallisce e di conseguenza filtra la luce a onde corte, come le tonalità di viola, blu e verde. Le tonalità rosse e gialle, che appartengono allo spettro delle onde lunghe, sono percepite correttamente, ma li colori reali risultano alterati.
Esiste poi una gamma di serie patologie oculari, come la degenerazione maculare, il glaucoma, la retinopatia diabetica, che causano una perdita della visione nitida in favore di una visione distorta e sfocata, con effetti anche sulla percezione dei colori.
Le conseguenze psicologiche e relazionali della percezione alterata dei colori nell’anziano
Tra gli effetti più frequenti dei deficit della percezione dei colori è la sensazione di straniamento dell’anziano, che si trova privato di punti di riferimento importanti per decodificare la realtà in cui vive, la casa e l’ambiente circostante.
L’appiattimento dei colori verso il grigio o verso una gamma cromatica a svantaggio di altre, la perdita dei dettagli, delle sfumature e dei contorni sono fattori che possono indurre un senso di insicurezza durante la deambulazione.
A livello psicologico, la visione dei colori brillanti e saturi ha un influsso positivo sulle persone e induce reazioni ed emozioni. La sensazione di vedere la vita ingrigita e di aver perso il piacere di osservare i dettagli degli oggetti ha un effetto deprimente sulla vita quotidiana dell’anziano, che attribuisce alla sua condizione l’incapacità di vedere il mondo in modo luminoso, brillante, ricco di particolari da apprezzare. Il “mondo a colori” diventa un ricordo del passato, contrapposto alla realtà monotona, velata e povera di stimoli visivi.
La progettazione degli spazi a colori a misura di anziani
L’importanza di restituire agli anziani una visione il più possibile realistica dei colori è un tema molto attuale, che coinvolge chi progetta gli spazi di vita e di cura delle persone anziane: case di cura, ospedali, centri di riabilitazione, oltre naturalmente alle case private.
Per ovviare alle più frequenti alterazioni cromatiche diffuse nella popolazione anziana, si possono seguire alcune linee guida per la scelta e la disposizione dei colori:
- privilegiare tonalità brillanti, che persistono ai deficit percettivi che ne attutiscono l’intensità
- nella zona giorno favorire i colori primari (rosso, blu, giallo) in tonalità intense, che sono decodificate più facilmente dagli occhi di una persona anziana
- nelle zone relax e nelle camere da letto, scegliere i colori pastello (evitando le nuances troppo tenui che non verrebbero percepite correttamente)che donano una sensazione di pace e benessere
- carte da parati, tessuti e tendaggi in tinta unita e colori pieni sono preferibili, in quanto le fantasie possono generare un effetto di insieme confuso e sfocato nell’anziano
- nell’accostamento dei colori, preferire gli stacchi cromatici netti e decisi, da usare anche per suddividere gli spazi, ad esempio per evidenziare le pareti e dare profondità a una stanza o per sottolineare la presenza di una porta
- progettare le fonti di luce in modo da creare un’illuminazione omogenea, preferibilmente dall’alto verso il basso, intensa ma non abbagliante e posizionata in modo da non creare coni d’ombra e stacchi tra aree illuminate e aree buie
- nell’illuminazione degli interni e delle aree destinate alla lettura o alle attività manuali, tenere conto che a una persona anziana in media occorre una luce 3 volte più potente rispetto a quella necessaria a un ventenne per leggere in un ambiente chiuso. In situazioni non equilibrate di illuminazione, la decodificazione dei colori, dei contorni e dei lineamenti dei visi diventa complicata
Il montascale, l’alleato della libertà di movimento per gli anziani con problemi di vista
I problemi visivi più diffusi nella Terza e Quarta Età comportano una percezione alterata dei colori, che spesso hanno come conseguenza la difficoltà a valutare le distanze e le profondità.
Questa condizione può avere conseguenze in termini di sicurezza e autonomia di movimento, in particolare quando si salgono o scendono le scale e nelle situazioni di illuminazione insufficiente, come gli ambienti della casa privi di luce naturale o con un’illuminazione artificiale insufficiente.
Il montascale a poltroncina è un supporto importante per la libertà di movimento delle persone anziane con problemi di vista. Il modello Vivace di KONE Motus può essere installato sia all’interno di un appartamento su più livelli, comprese le scale esterne, sia nelle scale condominiali.
Si tratta di una comoda sedia richiudibile per salire le scale in autonomia, facile e intuitiva da utilizzare. La salita e la discesa dalla poltroncina sono facilitate, la partenza e l’arrivo sono dolci e la velocità di movimento contenuta non causa capogiri o sensazioni di instabilità al passeggero. I comandi, incluso quello di stop in caso di emergenza, sono accessibili anche a chi ha problemi di vista o di manualità e il sensore di sicurezza blocca la corsa in caso di ostacoli sul binario.
Grazie ai suoi consumi energetici contenuti e alla sua silenziosità, il montascale a poltroncina può diventare un aiuto quotidiano per muoversi in casa in modo indipendente.