2 ottobre: la festa dei “Supernonni” italiani
I veri “supernonni” sono italiani. Più attivi dei coetanei francesi e tedeschi, collaborativi e sempre più “social”. A dirlo è un sondaggio condotto dalla società di ricerca Ipsos per la Fondazione Kor, istituzione di formazione e ricerca per il benessere degli anziani, nata nell’ambito del Gruppo Korian.
Dunque, il 2 ottobre la Festa dei Nonni si celebra a ragion veduta, come accade ormai dal 2005, anno in cui è stata istituita ufficialmente per celebrare “l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale”, come si legge nella motivazione dell’anniversario. Se negli Stati Uniti è una ricorrenza storica – istituita nel 1978 durante la presidenza di Jimmy Carter su proposta di Marian McQuade, casalinga dello Stato della Virginia, madre di 11 figli e nonna di ben 40 nipoti – in Italia è una festa abbastanza recente, ma che si è conquistata uno spazio di tutto rispetto, accanto alle tradizionali feste della mamma e del papà. Basti pensare che ogni anno il Presidente della Repubblica assegna a dieci anziani il “Premio nazionale del nonno e della nonna d’Italia”.
Tuttavia, se si guardano i dati del sondaggio, quest’anno il premio dovrebbe essere assegnato a tutti i nonni d’Italia. Infatti, il coinvolgimento attivo degli anziani nelle famiglie è l’elemento che più di tutti emerge dall’indagine “I senior di oggi in Europa. Sentirsi utili per invecchiare bene” che, mettendo a confronto i nonni di Francia, Germania, Italia e Belgio – attraverso le risposte di un campione variegato di 8.000 intervistati – ha assegnato la patente di “supernonni” proprio agli italiani.
Dispensano consigli a figli e nipoti (44% contro il 27% della media europea), si tengono aggiornati (39% contro il 42% europeo), badano ai nipoti (35% contro il 28%), aiutano i figli nelle incombenze domestiche (25% contro il 15% dei coetanei europei), mantengono attivi i legami di famiglia, organizzando riunioni e incontri conviviali (22% contro il 19%), oppure ospitando i familiari durante le vacanze (19% contro il 17% della media europea).
Il sondaggio, inoltre, svela un’altra tendenza dei senior italiani rispetto ai nonni europei: la capacità di essere parsimoniosi e di risparmiare. È così che il 54% degli anziani italiani, infatti, riesce a sostenere le famiglie, seguito dai tedeschi (47%), dai francesi (44%) e dai belgi (41%).
Dunque, una vera risorsa per le famiglie – il 77% degli anziani coinvolti nel sondaggio dichiara di sentirsi sempre utile – che possono contare ancora su un pilastro fondamentale del sistema di welfare del nostro Paese. Ma anche una straordinaria opportunità per promuovere il cosiddetto “invecchiamento attivo” che tanto “respiro” darebbe all’intero sistema di assistenza sanitaria e sociale.
“I risultati del sondaggio Ipsos ci mostrano quanto sia centrale il ruolo dei senior italiani nel vissuto familiare e nel tessuto sociale ed economico del nostro Paese – spiega Mariuccia Rossini, Presidente di Korian Italia e della Fondazione Kor -. Tuttavia, ci sono ancora ampie aree di intervento per migliorare la qualità di vita dei nostri over 65, sia con migliori misure di assistenza sia con progetti di coinvolgimento professionale e sociale”.