I bisogni degli anziani autosufficienti
Terza età significa necessità di sostegno per compiere le azioni della vita quotidiana? Dipende dall’autosufficienza, caratteristica individuale che riguarda la capacità di rimanere soggetti attivi nello spazio personale e sociale.
La vita media più lunga e i bassi tassi di natalità mettono in evidenza la centralità del ruolo e del benessere delle persone anziane. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 2000 al 2050 la popolazione mondiale degli ultrasessantenni passerà dall’11% al 22%, raggiungendo quota 2 miliardi. Di conseguenza, aumentando strutture, infrastrutture e servizi accessibili agli anziani che migliorano la loro vita quotidiana, potranno crescere i margini di autosufficienza e la capacità di costruire relazioni e di dare un contributo personale all’interno e all’esterno della famiglia.
Qualità della vita: prevenzione, abilitazione, capacità di essere risorse attive
Che cosa definisce una buona qualità della vita quotidiana per una persona anziana autosufficiente? È una considerazione che esula dalla presenza e dalla disponibilità di aiuti provenienti dai figli. La persona anziana che vive in famiglia, in coppia o da sola deve potersi gestire in maniera indipendente, sentirsi sicura in casa e fuori e ricevere aiuto solo quando necessario.
Stare bene vuol dire sentirsi bene fisicamente e psicologicamente. Questi due aspetti sono spesso legati. Una prima risorsa utile è l’attività fisica: la passeggiata quotidiana o un’attività più strutturata sono utili a migliorare il tono muscolare e la circolazione sanguigna, a mantenere il peso ideale e a tenere sotto controllo o scongiurare alcune patologie tipiche dell’età, come il diabete o la pressione alta. Una buona forma fisica contribuisce anche all’autostima e al buonumore, e a mantenere alte le risorse psicologiche. Inoltre l’attività in gruppo fornisce occasioni importanti di socializzazione, in particolare quando la persona anziana vive da sola e il senso di isolamento può prendere il sopravvento.
La solitudine è un tema sensibile legato alla terza età. In moltissimi comuni sono attivi centri di ritrovo che offrono varie possibilità di aggregazione, come corsi di formazione e di attività fisica, che possono essere gratuiti su base volontaria o a pagamento. Ad esempio, l’università della terza età o l’università popolare spazia dalle classiche lezioni frontali di materie come filosofia e storia all’informatica per imparare a navigare su Internet in modo utile e consapevole.
Le attività pensate e progettate per la terza età nel nostro paese sono tante e non è possibile elencarle tutte, ma c’è almeno un esempio che fa percepire il valore della cultura della cura dell’anziano nel senso più ampio del termine.
La città di Udine, che aderisce al progetto “Healthy Ageing Subnetwork”, promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è una delle realtà più vivaci nella promozione di attività e reti di supporto per l’invecchiamento in salute. Ad esempio, “CamminaMenti… Le menti in cammino” è un’iniziativa gratuita per gli over 65 che si articola in una serie di “percorsi di stimolazione cognitiva finalizzati a promuovere l’invecchiamento in salute della popolazione anziana e a prevenire il decadimento cognitivo”, che vanno dallo yoga alle visite ai musei. Altro esempio su base volontaria è il programma “No alla Solit’Udine” dedicato alle persone anziane che vivono da sole e non possono contare su un supporto familiare. Grazie ad esso è possibile ricevere assistenza per la gestione di pratiche quotidiane come ritiro e consegna dei farmaci a domicilio, compagnia e passeggiate, piccole riparazioni domestiche e anche il barbiere.
Anche se autosufficienti, infatti, all’occorrenza gli anziani possono sentire la necessità di un aiuto pratico per gestire le incombenze quotidiane casalinghe e fuori casa. Sapere di poter contare su una rete di assistenza aumenta il senso di sicurezza e di inclusione sociale.
Sicurezza in casa e all’esterno
Un tema delicato che chiama in causa aspetti pratici e psicologici riguarda la possibilità di continuare a vivere nella casa di sempre e di poterne godere anche quando l’età avanza. È un’aspirazione legittima per le persone anziane del tutto o in parte autosufficienti, che preferiscono evitare la residenza permanente in una struttura o all’interno dell’abitazione di figli o altri familiari, con tutte le implicazioni psicologiche derivanti dalla perdita di autonomia e privacy.
Un esempio virtuoso viene dall’Associazione MeglioMilano con il progetto “Prendi in casa uno studente”, che prevede la convivenza di uno studente non residente e di un anziano autosufficiente sotto forma di mutuo aiuto: la persona anziana offre uno spazio nella sua abitazione e riceve un contributo economico per le spese di casa e soprattutto aiuto e compagnia. Così “i pensionati soffrono meno la solitudine e ritrovano la gioia di sentirsi ancora utili”. Per comprendere meglio il valore di questo progetto, è sufficiente citare i numeri che ne determinano l’importanza: “L’esperienza di Prendi in casa uno studente è nata da un’analisi di MeglioMilano del contesto milanese, che ha evidenziato l’elevato numero di residenti over 65 (oggi oltre 300.000), spesso soli, e di studenti non residenti a Milano (sono circa l’86%) che in larga parte vivrebbero a Milano se trovassero soluzioni non troppo onerose.”
Quando la casa diventa un ostacolo all’autosufficienza, allora è il momento di prendere in considerazione interventi migliorativi poco impattanti e onerosi, che restituiscono l’autonomia. Sono molto utili tutti i sistemi di allarme, controllo e gestione facilitata degli apparecchi presenti nell’abitazione, dai pratici device touch screen fino ai sistemi domotici più sofisticati. Sono importantissimi anche gli ausili per il bagno – uno degli ambienti casalinghi fondamentali per la cura di sé – e i sistemi per il movimento verticale come le poltroncine montascale che restituiscono la capacità di vivere la casa senza rivoluzionarne l’assetto.
In conclusione, gli anziani sono risorse se possono esserlo. L’abilitazione, la facilitazione e la creazione di inclusione sociale rappresentano un’opportunità per i soggetti stessi e per tutti noi che viviamo e interagiamo con questa parte importante della popolazione.