Anziani in casa dei figli
Quante volte, alla televisione o sui giornali, sentiamo parlare del ruolo importantissimo che i nonni hanno nella società moderna. Sempre più spesso sono risorse insostituibili per i propri figli, perché si occupano dei nipoti quando non sono a scuola e li aiutano economicamente in caso di bisogno. D’altra parte, in una società in cui il tempo a disposizione è sempre meno, tra i molti impegni di tutti i membri della famiglia, i nonni in pensione possono essere davvero un valido aiuto!
Ma non dobbiamo dimenticare che nella nostra società molte persone anziane vivono situazioni diverse. Potrebbero essere loro, infatti, ad avere bisogno di assistenza, per problemi di salute.
Cosa succede in questi casi?
Le opzioni che i figli possono prendere in considerazione sono diverse. Si può ricorrere all’aiuto di un/una assistente familiare (o badante), preferire una residenza per anziani oppure optare per una terza possibilità: ospitare la persona anziana nella propria casa. Ed è proprio di questo che parleremo nei prossimi paragrafi.
Quando un genitore si trasferisce a casa di uno dei figli, spesso la situazione da affrontare è complessa, perché la famiglia che lo accoglie deve abituarsi a una nuova dimensione di vita e imparare a prendersi cura del padre o della madre, con un’inversione di ruoli rispetto alla normalità.
Come conciliare questa nuova responsabilità con gli impegni di tutti i giorni? Quale assistenza fornire alla persona anziana e quali sussidi richiedere alle istituzioni? Rispondiamo insieme a tutte queste domande.
Obblighi e responsabilità
Iniziamo con l’analizzare gli obblighi che i figli hanno nei confronti dei genitori anziani, anche quando non è prevista la convivenza.
Obbligo di versare gli alimenti
Secondo la legge italiana i figli sono tenuti innanzitutto a fornire assistenza economica nel caso in cui i genitori si trovino in uno stato di bisogno, perché non in grado di provvedere da soli al proprio sostentamento.
Si tratta dell’obbligo degli alimenti. Per cui, se il genitore anziano lo necessita – ad esempio, quando la pensione che percepisce non basta a pagare le spese per vitto, alloggio, vestiti e medicinali o in caso di malattia – i figli hanno l’obbligo di versare gli alimenti (articolo 433 del codice civile), cioè lo stretto necessario per vivere, proporzionalmente alle loro possibilità economiche. Se i figli non vogliono o non possono contribuire economicamente, in alternativa è possibile ospitare il genitore nella propria casa.
Dunque, tutti i figli hanno questo obbligo, ma ciascuno in base alle proprie possibilità. In concreto significa che gli aiuti economici ai genitori dovranno essere proporzionati al proprio reddito, in modo che nessuno dei membri della famiglia venga messo in difficoltà. È possibile trovare un accordo da soli su questo aspetto oppure rivolgersi a un giudice.
Non dimentichiamo poi un altro punto molto importante: oltre all’aiuto economico, la persona anziana potrebbe aver bisogno di sostegno morale e assistenza fisica.
Obbligo di assistenza
La legge prevede anche l’obbligo di assistenza familiare, cioè, fornire i mezzi per la sussistenza ai propri genitori in stato di bisogno. La violazione di questo obbligo costituisce reato.
In più, il genitore potrebbe non essere completamente autosufficiente e avere bisogno di una mano per spostarsi, fare la spesa, preparare da mangiare, pulire la casa.
In queste situazioni i figli hanno il dovere di non abbandonare la persona anziana, perché, se lasciata sola, il rischio sarebbe di isolarla completamente dal nucleo familiare e dalla società, impedendole di compiere azioni basilari e, in casi estremi, mettendo a repentaglio anche la sua incolumità.
In questo senso, abbandonare una persona anziana a sé stessa, quando non è completamente autonoma, equivale ad abbandonare un minore o una persona incapace, ed è quindi anche in questo caso reato.
Attenzione: anche quando la persona anziana rifiuta l’assistenza, questi obblighi sono comunque validi per legge. Spesso, per evitare di sentirsi un peso per gli altri o perché non ha piena coscienza della gravità della situazione, il genitore dichiara di non voler essere assistito. Questo però non solleva i figli dalle proprie responsabilità giuridiche.
Una volta chiari i doveri che i figli hanno nei confronti dei propri genitori, cosa fare? Come comportarsi a seconda dei casi e come imparare ad assistere il proprio papà o la propria mamma senza compromettere la qualità della vita di nessun membro della famiglia?
Assistenza: quale scegliere e a chi rivolgersi
Prima di tutto, è utile capire quale potrebbe essere la forma di assistenza più adatta, anche a seconda delle caratteristiche e delle difficoltà della persona. In alcuni casi potrebbe essere necessaria la presenza di qualcuno in casa 24 ore su 24, in altri potrebbe bastare un/una assistente a domicilio solo in alcuni momenti della giornata.
Informandosi presso il proprio Comune di residenza, l’ASL oppure presso alcune associazioni sul territorio, è possibile per esempio ricevere assistenza domiciliare per tutte quelle persone anziane che hanno difficoltà a spostarsi, cucinare, fare delle commissioni, pulire casa. Alcuni servizi prevedono la consegna di pasti a domicilio, assistenza infermieristica, organizzazione di spostamenti per visite mediche, per fare la spesa, per partecipare ad eventi sociali. Si tratta di soluzioni utili soprattutto quando i figli abitano lontano dai genitori anziani o quando, per motivi di lavoro, non possono essere sempre presenti.
Nei casi in cui fosse necessaria la presenza di qualcuno giorno e notte, la soluzione ideale potrebbe essere invece quella di assumere un/una assistente familiare (badante), cioè una persona che effettivamente risiede in casa e fornisce assistenza continua alla persona anziana. Il/la badante si occupa normalmente di preparare i pasti, tenere pulita la casa, controllare che vengano assunti i farmaci, aiutare il genitore anziano ad uscire durante il giorno.
I diritti dei familiari
Ora che sappiamo quali sono i doveri dei figli, rivolgiamo un attimo la nostra attenzione verso quelli che sono invece i diritti dei familiari nel caso in cui vivano con il genitore anziano e debbano fornirgli assistenza.
In particolare, esiste una serie di agevolazioni che i familiari possono richiedere per garantire la giusta assistenza ai propri genitori.
Un esempio è l’indennità di accompagnamento: un rimborso che viene riconosciuto nei casi in cui la persona anziana non riesca a deambulare autonomamente e a compiere le azioni basilari della quotidianità. Si chiama così proprio perché in queste situazioni la persona anziana ha bisogno di un accompagnatore sempre presente.
Per ottenere l’indennità di accompagnamento è necessario essere in possesso di un certificato medico di invalidità e accompagnamento, da inviare all’INPS, seguendo le modalità indicate sul sito dell’ente. La persona anziana sarà sottoposta ad una visita di controllo e saranno richiesti ulteriori moduli per autocertificare la propria situazione socio-amministrativa, per poter ricevere effettivamente il contributo.
Un altro diritto molto importante che può essere esercitato dai familiari è quello garantito dalla legge 104: i familiari possono richiedere tre giorni di permesso mensili, oppure due anni di congedo consecutivi dal lavoro, per fornire assistenza al genitore. Non finisce qui: chi convive con il genitore anziano può richiedere anche la pensione anticipata, se sono stati maturati gli anni di contributi necessari.
Convivendo con il genitore, inoltre, quest’ultimo entrerà a far parte dello stato di famiglia e sarà considerato familiare a carico. Potranno quindi essere detratte diverse spese, come quelle mediche o per i farmaci, e potrà essere richiesta anche una detrazione dell’Irpef.
Insomma, quando il genitore anziano convive con il proprio figlio, i problemi, le esigenze e le soluzioni sono sempre diversi caso per caso.
L’importante è non dimenticare l’affetto e l’aiuto concreti che i familiari possono dare alla persona anziana, soprattutto quando decidono di ospitarla nella propria casa.
Una nuova convivenza: i passi da seguire
Iniziare una nuova convivenza non è mai facile. Abitudini, esigenze e routine cambiano per tutti i membri della famiglia e questi mutamenti possono portare con loro frizioni e sensi di colpa. Abbiamo raccolto alcuni consigli per vivere con più serenità questa transizione:
1 – Coinvolgere tutta la famiglia nella decisione
Figli, partner e fratelli dovrebbero partecipare fin da subito alla scelta di ospitare la persona anziana in casa. Parlarsi, condividere paure e suggerimenti è molto importante per sentirsi parte di una squadra e dividersi alcuni compiti: accompagnare il genitore alle visite mediche, fare una passeggiata insieme, occuparsi della spesa. Ognuno può dare un contributo, per evitare che il lavoro di cura gravi solo su uno dei membri della famiglia.
2 – Coinvolgere il genitore anziano per evitare che si senta un peso
Trasferirsi a casa dei propri figli può essere un’esperienza difficile per una persona anziana, soprattutto se è sempre stata attiva e autonoma. Per questo, potrebbe essere utile incaricare il genitore anziano di occuparsi di alcune piccole attività, come aiutare i nipoti nei compiti, nella preparazione del pranzo o della cena, prendersi cura delle piante di casa.
3 – Rendere la casa più sicura e confortevole
Il modo migliore per evitare che la persona anziana si senta di troppo è creare uno spazio dedicato, per esempio in salotto o in cucina, dove possa leggere il giornale, guardare la TV e stare in compagnia, per sentirsi parte della famiglia. Dal momento che le difficoltà motorie e sensoriali possono aumentare con gli anni, è importante eliminare potenziali pericoli: tappeti, pavimenti scivolosi, spigoli vivi. Bastano pochi accorgimenti per rendere più sicura la casa per le persone anziane.
E se in condominio o nell’appartamento ci sono le scale? Quando non è presente un ascensore o un miniascensore, si può optare per un montascale a poltroncina. Un ausilio semplice da installare e usare, che il genitore potrà utilizzare in autonomia per muoversi fuori e dentro casa.